All’alba del 13’mo secolo un druido di fama leggendaria lascia le coste della Scozia per avventurarsi in un lungo cammino verso il monastero di Rupertsberg, in Germania, fondato dalla sibilla del Reno Hildegard von Bingen. È la Viva Voce che lo conduce, che illumina il suo percorso e lo sostiene nelle varie peripezie a cui inevitabilmente viaggiando va incontro. La società medievale è in continuo divenire: i villaggi si trasformano in piccole città, guerre e battaglie cambiano i confini del mondo in continuazione ma ciò che non cambia e non cambierà mai, è la consapevolezza che il divino e l’umano non sono regni separati ma una sola realtà continua. Forse, il cammino verso la pienezza e anche verso il divino consiste nel farsi profondamente e pienamente umani, nel trascendere, nell’andare oltre alla necessità di sopravvivere e nell’essere capaci di donare se stessi nell’amore per gli altri. Incarnare il divino è un’esperienza non una spiegazione. “Ai bambini, fin da piccoli, bisognerebbe insegnare che il Sole sorge a Est e tramonta a Ovest, che se punti la mano destra verso Est, il tuo volto guarda a Nord e la tua schiena è rivolta a Sud. Che la direzione dell’acqua in un fiume è quella che porta al mare. Che anche la Luna sorge a Est e tramonta a Ovest. Che se non c’è la Luna, esiste una stella che indica il Nord e la tua latitudine: la Stella Polare. E che più vicina all’orizzonte la vedi, più sei vicino all’Equatore. Che se vedi un uccello in mezzo al mare, allora c’è terra nella direzione in cui vola. Che bisogna avere rispetto e amore per gli animali, per gli alberi, per la terra e per gli elementi che ci danno la vita. Non lasciamo che perdano la connessione.” (Pensieri nascosti).