Arturo Occhidipesce ha gli occhi che sembrano due pesciolini giganti in un’ampolla di vetro, deformati dalle lenti troppo spesse di un’acuta ipermetropia. Nei suoi occhi sono sprofondate incertezze e ombre, ma, forse, proprio per questo, il ragazzo ha sviluppato una vista diversa, speciale, più profonda. Arturo è anche il figlio di Federico, il primo e unico amore della sua professoressa, Doriana, che dovrà lottare contro il ritorno di questo amore per proteggere un alunno così introverso, sensibile, fragile e forte, nello stesso tempo, come Arturo. Doriana ha già dovuto rinunciare a Federico quando anche loro erano solo due ragazzi. E lo ha fatto perché Fede era diverso dal figlio, era esuberante, pieno di vita e di attenzioni per tutti, compresa Isabrutta, una ragazza dagli occhi sgranati dai fondi di bottiglia che aveva per occhiali, emarginata dai coetanei per il suo aspetto e per i suoi modi un po’ strambi. In una narrazione scandita su due livelli temporali, è Federico ragazzo a proporre a Doriana di invitare Isabella per delle uscite a tre e lo fa perché lui è una persona dall’innata generosità a cui viene spontaneo aiutare chi è in difficoltà. Doriana fa fatica a stare dietro alle “missioni” di altruismo di Fede, ma, grazie a questo ragazzo così stravagante e solare, scopre l’insensatezza dei pregiudizi, la bellezza interiore di Isabella, la grandezza della generosità, ma soprattutto l’incanto dell’amore tra anime gemelle, anche se apparentemente contrapposte. Infatti Doriana è una ragazza piuttosto chiusa nel suo mondo di letture e studio, ma è anche un’adolescente che ama sognare e che, con Federico, impara a condividere l’amore per le storie, da leggere e da scrivere. Con lui inizia a scrivere un libro a due voci che parla di loro, dei loro amici e dei loro viaggi di esplorazione sulla Murgia. Con Federico impara anche, però, che la bontà può essere motivo di separazione, nel momento in cui lui trascura lei per aiutare gli altri.